Benessere 13 Gennaio 2021

Cistite abatterica: cause e trattamento

  1. Cause della cistite abatterica
  2. Cause interne della cistite abatterica
  3. Cause esterne della cistite abatterica
  4. Trattamento della cistite abatterica

Il termine cistite non batterica, o abatterica, si riferisce ad una serie di segnali e sintomi simili a quelli della cistite batterica ma in assenza di batteri nelle urine. Oltre a queste manifestazioni, la cistite abatterica include svariate alterazioni infiammatorie, in particolare nella mucosa e nella sottomuscosa della vescica.

In altre parole…

L’ urinocoltura è negativa ma avverti comunque i tipici sintomi della cistite (dolore quando fai pipì, urgenza e aumentata frequenza minzionale, peso vescicale).

È importante notare che recenti ricerche suggeriscono che anche se l’urinocoltura è negativa, altri test come l’analisi del DNA urinario possono rivelare la presenza di patogeni non convenzionali, come virus o funghi, che possono causare sintomi simili.

Magari, ti è stato prescritto l’antibiotico ma non funziona (a breve ti spiego il perché), così continui a convivere con il dolore e il bruciore quando fai pipì, hai problemi a trattenerla e insceni un via vai interminabile verso il bagno. (Ti va di cercare subito una via d’uscita? Scrivimi e parliamone).

Amica, ci sono due possibili soluzioni:

  1. Sei di fronte ad una cistite senza batteri o abatterica;
  2. Forse c’è qualcosa che non va sotto altri punti di vista ma i sintomi sono simili a quelli di una cistite (le cosiddette finte cistiti). Patologie confondibili sono, ad esempio, una contrattura pelvica o la vulvodinia. Inoltre, la cistite xantogranulomatosa è un’altra condizione rara che può mimare i sintomi della cistite abatterica, come evidenziato da recenti casi clinici.

Ma, prima di capire meglio cos’è la cistite abatterica nello specifico, ci tengo a fare una precisazione.

Per una diagnosi corretta è importante che l’urinocoltura e gli esami delle urine vengano eseguiti prima di assumere qualsiasi antibiotico. L’antibiotico, infatti, ha la funzione di uccidere i batteri patogeni (ecco, perché, come ti anticipavo, non ha alcuna efficacia su una cistite abatterica).

Va da sé che un’urinocoltura eseguita durante una terapia antibiotica o al termine della stessa possa darci dei risultati che non rispecchiano il quadro della situazione iniziale, facendoci erroneamente concludere di essere di fronte ad una cistite abatterica.

Se hai la necessità di eseguire un’urinocoltura dopo la terapia antibiotica ti consiglio di contare 10 giorni dalla fine dell’ultima dose per poter essere certa di ottenere risultati veritieri.

Cause della cistite abatterica

Ok, abbiamo detto che in caso di cistite senza batteri l’urinocoltura risulta negativa: non viene rilevata, cioè, la presenza di alcun batterio nelle urine. Tuttavia, è essenziale considerare che la cistite abatterica può essere anche un sintomo di condizioni sistemiche più ampie, come le malattie autoimmuni, che richiedono un approccio diagnostico e terapeutico più complesso.


Beh, e allora come cavolo si fa a diagnosticarla?

Spostiamoci sulla lettura di altri valori dell’esame delle urine: i leucociti, ossia i globuli bianchi.

La presenza di leucociti nelle urine in quantità superiori a quelle ritenute “normali”, infatti, segnala la presenza di un’infiammazione e come sappiamo, la cistite è un’infiammazione della vescica.

La verità è che l’infiammazione della vescica può essere provocata anche da cause NON batteriche (e la lista di queste cause non è corta).

Le cause della cistite abatterica, quindi, sono ascrivibili a tutti quei fattori che, irritando le pareti interne della vescica, generano una risposta immunitaria.

Uno dei primissimi meccanismi di difesa messi in atto dalle difese immunitarie della vescica è, appunto, un processo infiammatorio. L’infiammazione, infatti, dà origine a tutta quella serie di sintomi che fungono da campanelli d’allarme e che ci spingono ad agire, a capire cosa ci sia che non vada e a cercare una soluzione.

Nella mia esperienza, è possibile distinguere le cause della cistite senza batteri in base al fatto l’irritazione sia generata da fattori/caratteristiche interne al nostro corpo o da stimoli esterni.

Cause interne della cistite abatterica

Ci sono dei fattori che, per la loro natura, non possono che essere irritanti quando entrano a contatto con la mucosa interna della vescica (urotelio):

  • Le urine dal pH troppo acido
    Per regolarti, il pH delle urine non dovrebbe mai stare al di sotto di 5, perché altrimenti troppo aggressivo, e mai al di sopra dell’8, valore oltre in quale si darebbe spazio ad alcune tipologie di batteri di riprodursi più facilmente. È stato osservato che anche fluttuazioni minori del pH possono influenzare significativamente la salute della vescica, sottolineando l’importanza di un monitoraggio regolare.
  • Calcoli renali e/o renella
    Quando migrano dai reni nella vescica, i calcoli e/o la renella possono “graffiare” l’urotelio. Recenti studi hanno mostrato che la composizione dei calcoli può variare notevolmente e influenzare il tipo di trattamento necessario, rendendo la tipizzazione dei calcoli un passo cruciale nella gestione della cistite abatterica.
  • Cibi o bevande irritanti
    Ebbene sì, anche alcuni cibi e bevande possono irritare la tua vescica (ad esempio: gli alcolici). La ricerca ha ampliato la lista di alimenti potenzialmente irritanti, includendo alcuni additivi alimentari e conservanti, che dovrebbero essere evitati da chi soffre di cistite abatterica.
    A tal proposito, esistono delle indicazioni generali sui cibi da evitare in caso di cistite ma è anche FONDAMENTALE affidarsi al proprio corpo e dare ascolto ai malesseri conseguenti un pasto.

La cistite abatterica può anche manifestarsi come diretta conseguenza di altre patologie come:

  • Malattie autoimmuni, caratterizzate da un funzionamento scorretto del sistema immunitario.
    Il sistema immunitario vede dei pericoli dove non ci sono e potrebbe scatenare inutilmente un’infiammazione.
  • Cistite interstiziale, si tratta di una vera e propria infiammazione cronica (ossia continua nel tempo) della vescica, di origine non batterica. La cistite interstiziale è ora meglio compresa, con nuove linee guida per la diagnosi e il trattamento che includono terapie multimodali e un approccio personalizzato al paziente. Studi recenti hanno identificato nuovi biomarcatori come il rapporto neutrofili-linfociti (NLR) che possono aiutare nella diagnosi e nel monitoraggio della cistite interstiziale.
  • Storia di ripetute infezioni del tratto urinario che hanno indebolito e danneggiato la vescica.

Cause esterne della cistite abatterica

La cistite abatterica, come anticipato, è anche causata da sollecitazioni/fattori esterni:

  • Il rapporto sessuale
    Il rapporto porta ad una sollecitazione meccanica della vescica e dell’uretra (il condotto dal quale fuoriesce l’urina). Il susseguirsi delle spinte potrebbe generare un’infiammazione delle basse vie urinarie. È stato osservato che l’educazione sessuale e la consapevolezza delle pratiche che riducono il rischio di cistite post-coitale possono avere un impatto significativo nella prevenzione di questa condizione.
  • Uso di prodotti aggressivi (cistite chimica) come spermicidi, prodotti per l’igiene intima schiumosi, spray intimi o bagnoschiuma utilizzati durante un bagno in vasca. La consapevolezza dei prodotti chimici irritanti si è ampliata, e ora si raccomanda di evitare una gamma più ampia di sostanze, inclusi alcuni tipi di tessuti e detergenti per biancheria intima.
  • Alcuni tipi di farmaci utilizzati nella chemioterapia o la radioterapia eseguita nella zona pelvica (cistite attinica)
    I pazienti malati di cancro corrono, in particolare, il rischio di sviluppare cistite emorragica (con sangue). Ad esempio, le radiazioni della radioterapia danneggiano la parete interna della vescica che viene privata del suo strato impermeabile. Perdendolo, la vescica si infiamma a causa delle sostanze nocive contenute nell’urina. Nuove terapie di supporto e interventi di mitigazione sono stati sviluppati per ridurre il rischio e la gravità della cistite attinica nei pazienti oncologici.
    Questo tipo di cistite può svilupparsi durante il trattamento o a distanza di tempo dalla fine delle terapie.

Amica, facciamo una riflessione: se la cistite abatterica non dipende dai batteri, esistono altri germi che possono, allo stesso modo, dare fastidio alla nostra vescica?


La risposta è sì!

Alcuni casi di cistite non batterica sono causati da virus (virus herpes simplex di tipo 1 o 2, il poliomavirus, il citomegalovirus e l’adenovirus), da Clamydia (Chlamydia trachomatis) o da infezioni da candida. La ricerca ha confermato che la diagnosi di queste infezioni richiede test specifici e che il trattamento deve essere mirato al patogeno specifico, sottolineando l’importanza di un approccio diagnostico completo.

La presenza di questi microorganismi non viene rilevata dall’urinocoltura ma attraverso altre tipologie di esami specifici.

Trattamento della cistite abatterica

La grande (e sfortunata) protagonista delle cistiti abatteriche è la vescica.

Per trattare la cistite abatterica devi, prima di tutto, individuare quale causa specifica abbia irritato la tua vescica.

No, non devi farlo da sola o tirare ad indovinare tra le tante cause che ti ho elencato!

Niente auto-diagnosi, mi raccomando 😊

Recentemente, l’attenzione si è spostata verso trattamenti che non si limitano a gestire i sintomi, ma che cercano di ripristinare l’equilibrio della flora urogenitale e rinforzare le difese naturali della vescica. Ad esempio, l’uso di probiotici specifici per il tratto urinario sta emergendo come un approccio promettente per prevenire le ricorrenze di cistite abatterica. 

Ti sembrerà banale, ma solo affidandoti al medico e facendo i giusti accertamenti, potrai individuare la causa ed agire per bloccarla.

Una volta che avrai compreso la causa, il trattamento della cistite non batterica avrà 2 grandi obiettivi:

  1. Ripristinare il normale stato di benessere della vescica attraverso la riduzione dell’infiammazione;
  2. Rinforzare le pareti vescicali per renderle più forti e pronte di fronte a future sollecitazioni.

In aggiunta ai trattamenti tradizionali, la ricerca ha evidenziato l’efficacia di terapie complementari come la fisioterapia pelvica, che può aiutare a rilassare i muscoli del pavimento pelvico e ridurre la pressione sulla vescica, spesso una causa sottostante di cistite abatterica.

Proprio a proposito di questi due punti, Dimann ha messo a punto un Kit specifico per superare la fase acuta della cistite abatterica e uno per ostacolarne il ritorno.

Il Dimann Daily, contenuto in entrambe i Kit, contiene i GAG (acido ialuronico, condroitina e glucosamina) naturalmente presenti anche nella nostra vescica.

I GAG sono fondamentali per la riparazione delle pareti della vescica e per la riduzione efficace dei fastidiosi sintomi della cistite abatterica.

Altri ingredienti riducono l’infiammazione e supportano il rilassamento delle pareti della vescica.

Sapevi che, però, è fondamentale personalizzare il proprio percorso contro la cistite?

Vuoi essere sicura che questi Kit facciano al tuo caso? Permettimi di darti qualche consiglio più specifico in base alla TUA STORIA.

Ti aspetto,

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