Magazine 23 Novembre 2022

Cistite, intestino e alimentazione: quali sono le correlazioni?

Amica,

ormai sappiamo come la vicinanza ano-uretra nella donna possa agevolare la risalita in vescica di batteri fecali.
Ma non é tutto qui: siamo sicure che il transito dei batteri all’interno della nostra vescica non passi anche da altre vie?

Ecco perché oggi vogliamo chiarire una volta per tutte la correlazione tra cistite, intestino e alimentazione. Lo faremo in maniera speciale, avvalendoci dell’aiuto di un professionista nel campo nutrizionale: Il Dottor Alessio Fabbricatore, biologo nutrizionista specializzato in nutrizione funzionale.

Iniziamo!

Problemi intestinali e cistite: esiste un legame? E qual è il ruolo dell’alimentazione quando si soffre di cistite?

La maggior parte delle cistiti é causata da infezioni batteriche e i batteri responsabili provengono proprio dal nostro intestino. Un esempio é l’Escherichia Coli, responsabile dell’ 80-90% delle cistiti batteriche.
Come é possibile che questi batteri passino inosservati all’interno della nostra vescica (che non è di certo fatta per ospitare questi piccoli esserini malefici)?

Abbiamo fatto questa e altre domande al Dottor Fabbricatore, per chiarire una volta per tutte il legame cistite-intestino.

La cistite batterica è più frequente nelle donne a causa del passaggio di batteri patogeni per via fecale-perineale-uretrale, maggiormente favorito dall’anatomia femminile. Meno consapevolezza, invece, si ha sulla possibilità che il passaggio di batteri intestinali nella vescica possa avvenire dall’interno: come è possibile che questo avvenga e quali sono le cause di questo fenomeno?

Valutiamo l’anatomia. L’intestino, occupando tutto l’addome, è in stretta vicinanza con la vescica e non può non influenzarne l’ambiente, soprattutto in condizioni in cui l’intestino è infiammato, malfunzionante o stitico.
È ovvio che, in condizioni normali, questo non dovrebbe avvenire, ma chi di noi può dire di avere un microbiota perfettamente sano e, di conseguenza, un intestino, anche leggermente, non infiammato?

Tornando alla stipsi cerco di spiegarvi perché è cosi fondamentale, soprattutto in pazienti con storie di IVU ricorrenti, avere delle evacuazioni regolari (ma anche soddisfacenti) tutti i giorni. Durante le condizioni di stitichezza l’intestino è incapace di liberarsi regolarmente dei contenuti fecali e, poiché le feci sono per la maggior parte del loro peso secco formate da batteri, non viene espulsa questa grande massa batterica normale nell’intestino.
Inoltre, la stitichezza determina comunque infiammazione ed è qui che accade un fenomeno ormai molto più frequente di quello che si pensi: la parete del nostro intestino diventa permeabile (Leaky Gut, dall’inglese). Normalmente l’intestino ha uno strato di cellule talmente adeso fra di solo da formare una palizzata selettiva che permette il passaggio soltanto dei “mattoncini necessari alla vita” ma non permette il passaggio di “molecole estranee” (allergeni, batteri, etc). Può però diventare molto più permeabile a causa di una infiammazione e permettere il libero passaggio di allergeni alimentari e germi patogeni dal lume intestinale al circolo ematico e linfatico o direttamente ad organi vicini (come la vescica).

Va da se che un intestino stitico con una grande massa batterica che ristagna e non ben protetta da una mucosa infiammata e quindi più permeabile porta un’infiammazione e ad una penetrazione dei batteri a livello urologico.
Numerosi studi hanno ormai stabilito che è l’intestino il serbatoio dei batteri che normalmente determinano le cistiti, ma si è anche ormai certi che le IVU ricorrenti sono abitualmente precedute da una cosiddetta “fioritura intestinale di uropatogeni”. In pratica, il nostro microbiota si altera, va in disequilibrio, e prendono il sopravvento determinate specie batteriche pro-infiammatorie, determinando quella che si definisce una disbiosi intestinale.

Esistono dei sintomi/segnali ai quali una donna con cistite ricorrente può fare attenzione per capire se la cistite possa derivare da leaky gut e disbiosi?

Sicuramente la sintomatologia intestinale, quindi alvo alterno, gonfiore addominale, difficoltà digestive, reflusso gastroesofageo. Però, poiché l’intestino è l’organo immunocompetente più importante del nostro organismo e contiene una fetta enorme del nostro sistema immunitario, una condizione di permeabilità intestinale mette a dura prova tutto il nostro organismo. Si possono infatti sviluppare molte sensibilità alimentari, intolleranze, ma anche problemi alla pelle (dermatiti, rosacea, rush cutanei e ponfi improvvisi), emicranie, artriti e, purtroppo, anche malattie autoimmuni.

A chi rivolgersi per chiarirsi le idee, avere una diagnosi ed eventualmente iniziare un trattamento ad hoc? Si può guarire?

Sicuramente allo specialista in ginecologica e in Gastroenterologia.

Speriamo di riuscire ad uscire dalla visione a mio parere fortemente restrittiva di vedere l’organismo a compartimenti stagni. Questa prassi si traduce nel concentrarsi solo sui sintomi e quindi sulla parte ammalata, ma che non è nient’altro che la punta dell’ iceberg del problema che si vuole cercare di affrontare. Dobbiamo tornare, in altre parole, a una visione d’insieme e integrata del paziente.

Qual è il ruolo della nutrizione e di un nutrizionista in questi casi?

la dieta ha la più potente influenza sulle comunità microbiche intestinali nei soggetti umani sani. Circa il 75% degli alimenti presenti nella dieta occidentale ha un beneficio limitato o nullo per il microbiota dell’intestino inferiore. La maggior parte, costituita in particolare da carboidrati raffinati, viene assorbita già nella parte superiore del tratto gastrointestinale e ciò che raggiunge l’intestino crasso ha un valore limitato, poiché contiene solo piccole quantità di minerali, vitamine e altri nutrienti necessari per il mantenimento del microbiota.

L’alimentazione è quindi un driver fondamentale per ridurre l’infiammazione intestinale.

 

Ringraziamo il Dottor Fabbricatore per il tempo che ci ha dedicato e per il prezioso contributo.
Il Dottor Alessio Fabbricatore riceve a Salerno e a Nocera Inferiore. Segui il suo profilo Instagram per ulteriori approfondimenti (@dr.alessiofabbricatore).

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