vulvodinia e cistite | Dimann
Benessere 24 Marzo 2023

Lo stretto legame tra vulvodinia e cistite

Mia cara amica,

se hai deciso di aprire questo articolo è probabile che voglia saperne di più sulla vulvodinia e capire se, effettivamente, esiste una correlazione tra questo dolore cronico e la cistite.

Vediamo dunque di fare chiarezza insieme, parlando di un disturbo di cui tante donne oggi soffrono e del quale non si parla ancora abbastanza. ❤

Vulvodinia e cistite: tutto quello che devi sapere

Innanzitutto, che cos’è la vulvodinia?

La vulvodinia è un dolore cronico alla vulva, alla vagina o ai genitali che colpisce il 16% delle donne.

Lo sappiamo, i dolori vulvari e vaginali sono sintomi comuni di varie patologie, tra cui infezioni e disturbi della pelle. Tuttavia, la vulvodinia è diversa: parliamo di un dolore costante che può arrivare a durare addirittura dei mesi.

Ma la vera ‘rottura’ è che non si tratta di sintomo evidente di una condizione specifica, e il dolore può essere così intenso da impedire di svolgere le attività che più ci piacciono.

Già, una bella seccatura. 🥺

Devi sapere che esistono due tipi di vulvodinia e che sono classificati in base al luogo in cui ha origine il dolore:

  1. la prima è la vulvodinia localizzata: nella maggior parte dei casi, il dolore è isolato a un punto, come il vestibolo vulvare o il clitoride. Il vestibolo vulvare è la pelle situata tra le labbra vaginali interne e l’apertura dell’uretra (dove si fa pipì) e della vagina, mentre il clitoride è l’organo piccolo – simile a una perlina – situato nella parte superiore della vulva;
  2. c’è poi la vulvodinia generalizzata: in questo caso si può avvertire dolore in diverse parti della vulva e/o della vagina, in momenti diversi.

Al momento, le vere causa della vulvodinia sono sconosciute, ma le ricerche hanno individuato alcuni possibili fattori scatenanti come:

  • lesioni nella regione vulvare;
  • traumi pregressi derivati da rapporti sessuali;
  • allergie;
  • predisposizione genetica alle infiammazioni;
  • infezioni vaginali passate;
  • debolezza del pavimento pelvico;
  • ipercontrattilità vulvo-perineale.

In linea di massima, ogni ginecologo può osservare questo problema largamente diffuso, ma che spesso rischia di non essere diagnosticato per anni. La mancanza di studi scientifici e la tendenza a sottovalutare la vulvodinia crea tanto disagio nelle donne che ne soffrono, alle quali spesso viene detto di essere ‘ipocondriache’, arrivando ad attribuire i loro sintomi ad altre patologie.

E qui veniamo a noi: parliamo adesso del rapporto tra la vulvodinia e la cistite.

Leggi anche: Trattare la cistite con il bicarbonato: una scelta sensata o una pessima idea?

Qual è la (vera) relazione tra vulvodinia e cistite?

Il sintomo principale della vulvodinia è il dolore persistente all’interno e intorno alla vulva e alla vagina. Questo dolore costante, pungente e pulsante può essere scatenato dalle stimolazioni, per esempio durante un rapporto sessuale o l’inserimento di assorbenti.

Il dolore durante il sesso è uno dei motivi per cui può capitare che si tenda a escludere qualsiasi altro sintomo e diagnosticare una cistite post-coitale.

Non c’è da sorprendersi: alcuni sintomi della vulvodinia si sovrappongono a quelli di una tipica IVU (infezione delle vie urinarie), come bruciore vaginale, pressione vaginale, frequenza e urgenza di urinare.

Ma non finisce qui.

Alcune donne possono soffrire di altri disturbi, come la cistite interstiziale (che un recente studio ha messo a confronto con la vulvodinia, riscontrando numerose similarità), il vaginismo, la sindrome dell’intestino irritabile e forti dolori mestruali.

Si capisce bene che, se non diagnosticata, la vulvodinia può provocare seri danni a chi ne soffre, arrivando addirittura a:

  • influire sulle relazioni interpersonali;
  • ridurre la libido;
  • alimentare il malessere;
  • provocare depressione, ansia, disturbi del sonno e alterazione dell’immagine del proprio corpo.

Questo silenzio può inoltre far sentire tante donne ancora più sole, portandole a credere che ‘sia tutto nella loro testa’ e che non ci sia nulla di cui preoccuparsi.

Ed è proprio per questo che è importante parlarne perché, ricorda, non sei mai sola. ❤️

Come viene diagnosticata la vulvodinia?

Il medico curante – ma anche il ginecologo, l’urologo, l’ostetrica o il fisioterapista specializzato in riabilitazione del pavimento pelvico – diagnosticherà la vulvodinia escludendo altre condizioni che potrebbero causare il dolore.

In questo caso, lo specialista chiederà informazioni sull’anamnesi medica, sessuale e chirurgica, ma anche sui sintomi, tra cui il punto in cui si avverte il dolore, la sensazione di bruciore, il momento in cui la vulva fa male e la sua intensità.

Gli esami e le procedure utilizzati per diagnosticare la vulvodinia possono comprendere:

  • esame fisico: il medico ispezionerà la vulva ed eseguirà un esame pelvico con uno speculum per valutare la vagina e la cervice (l’apertura tra la vagina e l’utero). Inoltre, valuterà i muscoli del pavimento pelvico per identificare le aree dolorose;
  • lo swab test, dove il ginecologo passerà delicatamente un tampone di cotone su parti della vulva e chiederà quando (e dove) il contatto è doloroso. Questo test è particolarmente utile per diagnosticare il dolore localizzato nel vestibolo vulvare, che prende il nome di sindrome vulvovestibolare;
  • tamponi per verificare la presenza di infezioni: questi esami possono escludere condizioni che possono causare dolore vulvare, come le infezioni sessualmente trasmesse (IST), la vaginosi batterica e le infezioni da lievito.

In rari casi, il medico può ordinare una colposcopia o una biopsia della vulva per escludere condizioni non correlate alla vulvodinia che potrebbero causare il dolore.

Spero che questo articolo ti sia stato di aiuto. Ricorda che, per qualsiasi domanda, sono qui. 🥰

Ti abbraccio forte,

Lorenza

Leggi anche: Perché in presenza di diabete aumenta il rischio di comparsa della cistite

In questo articolo abbiamo parlato di…

  • La vulvodinia è un dolore cronico alla vulva, alla vagina o ai genitali che colpisce il 16% delle donne. È un dolore costante che può durare addirittura dei mesi e può impedire di svolgere le attività quotidiane.
  • Esistono due tipi di vulvodinia, la localizzata e la generalizzata, ma le cause della malattia sono ancora sconosciute. Tuttavia, le ricerche hanno individuato alcuni possibili fattori scatenanti come lesioni nella regione vulvare, allergie, infezioni vaginali passate e debolezza del pavimento pelvico.
  • La vulvodinia può essere facilmente confusa con altri disturbi, come la cistite, a causa della sovrapposizione dei sintomi. Tuttavia, la vulvodinia può provocare seri danni, influendo sulle relazioni interpersonali, riducendo la libido, alimentando il malessere, provocando depressione, ansia, disturbi del sonno e alterazione dell’immagine del proprio corpo.
  • La diagnosi della vulvodinia si basa sull’esclusione di altre condizioni che potrebbero causare il dolore. Lo specialista può effettuare una serie di esami per diagnosticare la vulvodinia, tra cui l’esame fisico, il tamponamento e lo swab test.
  • È importante parlare di questo problema perché molte donne che ne soffrono pensano che “sia tutto nella loro testa” e che non ci sia nulla di cui preoccuparsi.

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